Spezzare gli spaghetti è un errore?

Spezzare gli spaghetti è un errore?

spezzare gli spaghetti

Spezzare gli spaghetti è un errore? In realtà, più che un errore, potrebbe essere definito un orrore, una pratica che va a violare un vero e proprio tabù della cucina, in particolar modo della cucina italiana.

Quella di non spezzare gli spaghetti è una regola non scritta che spesso lascia perplessi gli stranieri, abituati a formati di spaghetti più corti e che mette in imbarazzo anche chi si appresta a cucinare un piatto di pasta.

Vediamo cosa c’è dietro questa tradizione che rendono la lunghezza degli spaghetti un elemento irrinunciabile della tradizione culinaria italiana.

Spezzare gli spaghetti, tra tradizione e simbolismo

La cucina italiana è molto più di un insieme di ricette: è una celebrazione delle tradizioni e delle radici culturali.

Gli spaghetti, con la loro lunghezza caratteristica, sono stati progettati per essere avvolti con eleganza attorno alla forchetta. Spezzare gli spaghetti significa alterare la loro funzione originale e, in un certo senso, tradire il rispetto per la tradizione.

Fin dall’infanzia, molti italiani imparano che “Gli spaghetti non si spezzano!” e questa è una delle regole fondamentali in cucina, un principio trasmesso con orgoglio di generazione in generazione.

Oltre alla tradizione, evitare di spezzare gli spaghetti è un aspetto che riguarda la cottura.

Gli spaghetti spezzati infatti tendono a cuocere in modo non uniforme: le estremità spezzate assorbono l’acqua in maniera più veloce rispetto alla superficie integra e questo altera la cottura al dente, una delle caratteristiche della cucina italiana.

Poi, dai, quando si parla di  gli spaghetti non si tratta mai solo di mangiare. E’ un’esperienza sensoriale che parte dall’avvolgerli sulla forchetta, facendola roteare tra le dita, un gesto iconico che contribuisce al gusto del piatto.

Spezzare gli spaghetti rendendoli una pasta corta, fa perdere loro il segno distintivo che li contraddistingue, limitando anche la capacità di farli addossare sulla forchetta.

Autenticità della cucina italiana

Non spezzare gli spaghetti significa portare rispetto verso l’autenticità della cucina italiana. La pasta, in ogni sua forma, è stata pensata per un motivo preciso e per adattarsi ad un tipo di cottura e al sugo che l’accompagna. Ci sono formati che si sposano perfettamente con alcuni condimenti mentre altri che proprio non c’entrano nulla. Poi vale sempre la regola che ognuno è libero di fare come vuole, ci mancherebbe.

Alcuni produttori di pasta commercializzano formati già spezzati per i mercati esteri ma che finiscono anche sugli scaffali dei nostri supermercati. Al di là dell’incredulità e dell’orrore, ci sono piatti tipici che prevedono l’uso della pasta spezzata.

La pasta spezzata è tipica di molte ricette della tradizione mediterranea, in particolare del Sud, e deriva dal concetto di recupero in un periodo storico in cui la fame o comunque la non abbondanza di cibo la facevano da padrone.

Si mettono insieme vari formati di pasta  per recuperare gli avanzi e si costruivano zuppe e minestre favolose grazie anche al fatto che i diversi formati danno più piacere al palato a causa delle differenti consistenze.

Ma questa è un’altra storia.

Spezzare gli spaghetti per colpa della pentola

Si tratta di una delle scuse più utilizzate da chi spezza la pasta: non entra nella pentola.

Non è vero. Anche se piccola, a meno che non sia proprio inadatta, basta immergere gli spaghetti nell’acqua bollente e attendere qualche momento affinché si ammorbidiscano per accompagnarli delicatamente fino sommergerli completamente e il gioco è fatto.

Ora non hai più scuse!

 

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Cucinoso

Cucinatore di ricette

Un semplice cucinatore di ricette, con il grembiule sempre a portata di mano e un mestolo pronto a girare storie e sapori.
Tra una padella e una risata, fa della cucina un luogo accogliente e alla portata di tutti.

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